THE TYRANT - Paul Dresher

THE TYRANT - Paul Dresher
THE TYRANT - Paul Dresher

Laboratori di approccio all’opera per le classi 5C e 5D. “Lo scettro va tenuto con la destra, diritto, guai se lo metti giù, e del resto non avresti dove posarlo, accanto al trono non ci sono tavolini o mensole o trespoli dove tenere, che so, un bicchiere, un posacenere un telefono; il trono è isolato, alto su gradini stretti e ripidi, tutto quello che fai cascare rotola e non si trova più.” Conoscere l’opera come espressione artistica e culturale a tutto tondo, la sua struttura, il testo letterario da cui si dipana e la musica che ne esalta ogni sentimento sono le motivazioni didattiche del percorso intrapreso con il progetto di Italiano L2 delle professoresse Sonia Ianeselli e Rosanna Pruccoli e che vede coinvolte le classi 5C e 5D. Il progetto si articola in tre macrofasi curate rispettivamente dalla professoressa Sonia Ianeselli, dall’esperta milanese Lisa Gallotta e dalla professoressa Rosanna Pruccoli: una serie di lezioni sul testo letterario originario ossia “Un re in ascolto” tratto da “Sotto un cielo giaguaro” di Italo Calvino e quindi sulla sua rielaborazione, i laboratori d’ascolto e in fine le lezioni di storia del Novecento sul tema “Della donna fra tirannide e totalitarismo”. Il testo letterario che ha ispirato The Tyrant, è il primo libro postumo di Calvino che fu pubblicato nel maggio 1986. Italo Calvino intendeva scrivere un testo dedicato ai cinque sensi, non fece in tempo a completare i racconti dedicati alla vista e al tatto. E’ indispensabile, prima di entrare in rapporto con la scrittura, delineare brevemente il fenomeno del graduale distacco dell’uomo moderno dalla percezione sensibile. The Tyrant è un’opera da camera ispirata a scritti di Italo Calvino. Il suo sviluppo narrativo ruota attorno alla claustrofobica esistenza di un tiranno che teme di venir spodestato al punto da non abbandonare mai il suo trono, utilizzando il suono come unico mezzo per percepire ciò che accade nel suo regno. Alla fine, dopo anni di assoluto controllo del proprio potere, il despota dà segni di stanchezza e viene travolto da dubbi e paure. Nel mettere in scena il racconto di Calvino, il compositore statunitense Paul Dresher e il librettista connazionale Jim Lewis hanno mantenuto l’originaria forma del monologo: il perno dell’opera è dunque un solo cantante -un tenore- attorno alle cui azioni e alla sua voce agisce un gruppo di sei strumentisti, un flautista, un clarinettista, un violinista, un pianista e un percussionista.  The Tyrant offre dunque l’occasione per riflettere su uno dei temi cardine della vita sociale del nostro tempo: il tema del buono o cattivo governo.

Prof. Rosanna Pruccoli